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Circa otto anni fa, improvvisamente, ho iniziato ad avvertire un’esigenza.

Lavorare nel campo della grafica pubblicitaria faceva, e fa tuttora sì, che ogni mia giornata fosse intrisa di immagini pubblicitarie, per lo più impersonali, realizzate da altri con precisi intenti comunicativi.

E’ in questo contesto che ho iniziato a sentire mancanza della “vera” fotografia, intesa come insieme di visioni contenenti un’anima.

La mia attività professionale quotidiana non riusciva a soddisfare quel desiderio che avevo di essere “nel mondo”, tra la gente. Me ne teneva, semmai, lontano. Ho per questo iniziato a fare fotografia di strada.

In quell’atto magico che rappresenta la fotografia, magico per la sua interazione con il caso e con le persone, mi diverte cogliere aspetti ironici o intensamente poetici della realtà che mi circonda.

Queste raccolte non rappresentano il lavoro di una fotografa professionista: non avverto la necessità di definirmi fotografa e non aspiro a fare della fotografia la mia professione. Quel che mi interessa è continuare a svolgere questa attività liberamente, producendo foto capaci di raccontare, far sorridere e, se possibile, sorprendere.